Dalla radio a galena con un diodo a baffo di gatto alla luce

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etto
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Iscritto il: sab 30 mar 2019, 21:32

Dalla radio a galena con un diodo a baffo di gatto alla luce

Messaggio da etto »

nel lontano 1977, a 12 anni ho fatto una strepitosa scoperta giocando e senza alcuna lettura di elettronica e di radiotecnica,
con un diodo a baffo di gatto germanio tungsteno OA85 preso da un kit per lo studio della radio in onde medie.

Per gioco, senza alcun resistore o limitatore di corrente lo alimentato a 9V in corrente continua non stabilizzato, alimentatore di un mangiadischi rotto della Lesa AL9, alimentato direttamente nel senso di conduzione un bel cortocircuito e poi nella parte contraria che si illuminò di luce
bianca e intensa da fare invidia ai LED dell'epoca drogati per diffusione di arsenico e gallio su semiconduttore al silicio e non a contatto
metallo e semiconduttore MS.

Di cui nella seconda prova vi era come testimone il mio caro padre Aldo di quella esperienza fatta mesi prima.

Questo diodo lo si può definire collegato come un diodo zener dal nome del Fisico Clarence Zener di cui nome dell'effetto valanga o tunnel o effetto di campo, rientrante nella Fisica Classica e Quantistica sulle onde elettromagnetiche e nei cristalli dielettrici e semiconduttori Fisico Abram Ioffè.

Di recente non più con l'alimentatore della Lesa ma con un alimentatore stabilizzato da laboratorio in corrente continua da 30V e 3A massimi e con un diodo D9B di costruzione Russa sempre a baffo di gatto germanio tungsteno e con lo stesso procedimento "vedi sopra", si è illuminato di luce gialla arancio molto soft.
Altra prova con un diodo D2D di costruzione Russa sempre a baffo di gatto germanio tungsteno, non si è illuminato, si è provato alzare la tensione fino a 30Vcc, perde la sua direzione conduttiva ha una resistenza di 0,2 Ohm assorbe una corrente di 1,76A e al distacco e rinserimento di uno degli elettrodi dell'alimentatore produce scintille come il rocchetto di Ruhmkorff o accendi gas piezoelettrico.

Il diodo a baffo di gatto da come veniva costruito 1955 lo si può definire un transistor PNP, partendo dal reoforo dell’anodo di ferro (Fe) o rame (Cu) stagnato esternamente, e nella parte interna del tubo di vetro con un punto di saldatura alta corrente con il tungsteno (W) di cui sagomato per tenere centrato il tungsteno a punta, punta di contatto di tipo P a forma di molla sulla piastra di germanio (Ge) purificato di tipo N.
Nella parte sottostante della piastra di germanio viene stagnata su un supporto di ottone o bronzo (Cu e Zn) o di rame con lo stagno (Sn), contatto di tipo P o substratto, un secondo reoforo opportunamente sagomato di ferro o rame e stagnato al supporto (calettato o tornito) che costituisce il catodo.
Visto la quantità di materiali conduttori si potrebbe fare la sommatoria delle correnti per deriva termica o effetto di Alessandro Volta, come nelle sonde termiche a bimetallo.
Scrivo questo articolo, è da molti anni che sento parlare di LASER e LED al germanio ma mai al tungsteno e a punte di contatto, ma sempre fatti con lo stesso procedimento per diffusione con il silicio (Si) e arseniuro di gallio GaAs.., oppure germanio (Ge) stagno (Sn) e arsenico (As) e altri elementi chimici.

Saluti

Ettore Frigo



https://www.youtube.com/watch?v=vdr50IGM0g8 diodo a baffo di gatto Germanio Tungsteno
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